Homepage
Chi siamo
Contatti
Mappa del sito
Forum
Cerca in
EVENTI
PERSONAGGI
INTERVISTE
CINEMA
AREA CREATIVA
Le POESIE di UNIBOX
>> Pagina 1 2 >>

IL TRENO DELLE INCOMPRENSIONI

È passato il treno
in un'aria
carica di nostalgia.
È passato il treno
delle paure
incomprensioni
dei suoni stanchi
che rimbombano
prepotenti
nella mia stanza.
È passato un treno
ma io l'ho appena perso.
Ma che ne sarà del viaggio
che volevo fosse un lungo viaggio?

E l'aria continua
ancora
a soffocare l'anima.

(Gerardo Larosa)

 

RICORDI

Tutto torna come d'incanto
la speranza che in me, mai spenta,
anche se velata di malinconia,
da incredulità, da sconforto.
Riemerge, fa risplendere
la mia vita in un vortice di
sensazioni, che colpiscono
il mio essere, che rinasce
nella sua intima bellezza.

(D.Iacovelli)

 

DESIDERIO

Cos'è che mi trattiene,
pur avendo voglia di gridare
al mondo i miei bisogni, mai svelati,
intimi nascosti.
Ma, così si diventa curiosi
ed ognuno vorrebbe capire
cosa mi rende così enigmatica,
quasi volessi proteggere un bimbo
bisognoso di cure, che tengo stretto
nel timore che possano fargli male.
E, così, tutto passa.
Il mio tempo, il mio desiderio, che
assopito, viene dimenticato e
relegato nell'angolo più nascosto
del mio cuore, che con un impercettibile
battito, lo fa pulsare, e lo tiene in vita.

(D.Iacovelli)

 

ESTASI

Siamo soli, seduti su una panchina di pietra,
il salice ci sovrasta con i suoi rami pensili,
è una notte senza luna, il buio completo
è il nostro fedele alleato.
Ogni tanto un leggero vento scuote le foglie,
qualche goccia di pioggia ci bagna i visi,
cade sulle nostre fronti come se volesse benedire
il nostro struggente e magico momento.
Ti guardo, sorridi felice, entusiasta,
vuoi dirmi qualcosa,
ma l'eloquenza del tuo sguardo
così dolce e appassionato
infonde nel mio cuore
una gioia immensa, una pace ineffabile,
che placa ogni mio tumulto
e sopisce ogni mia recondita angoscia.

(Il romantico)

 

IL PORTO SEPOLTO

Mariano il 29 giugno 1916

Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde

Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d'inesauribile segreto

(G.Ungaretti)

 

LA PACE E' FINITA

La guerra è una poesia di dolore
che fa morir l'amore.

La guerra è un razzo
Che cade su un palazzo.

La pace è finita
ed ecco finisce anche la vita.

(Gerardo Larosa)

 

(Pablo Picasso, La colomba dell'avvenire, 1962)

RICORDI

Tutto torna come d'incanto
la speranza che in me, mai spenta,
anche se velata di malinconia,
da incredulità, da sconforto.
Riemerge, fa risplendere
la mia vita in un vortice di
sensazioni, che colpiscono
il mio essere, che rinasce
nella sua intima bellezza.

(D.Iacovelli)

 

SOLITUDINE

Star seduta sulla panchina
e pensare a te,
in un momento di solitudine,
in cui ho ritrovato me stessa
e il tuo amore non ancora
dichiarato, ma che vive in me
in un momento di pausa,
in cui torno a riflettere
sulle cose passate e niente è importante,
solo tu in un universo deserto.

(D.Iacovelli)

 

ATTIMO

Sola con i miei pensieri
in un sol attimo di eternità
e tutto torna come prima.
La solita routine, il rumore
assordante delle macchine,
il via vai della gente, che,
pur non sapendo dove va,
si avvicenda con il suo gran
fardello, da portare tutti
i giorni con sé.
Ma ecco che,
per un attimo, la vita inutile
se ne va, e mi domando cos' è
più importante per me.
Nell' attimo stesso, il mio
sogno mi appare realtà.

(D.Iacovelli)

 

APPELLO ALLA VITA

Cos' è la vita
cos'è l' amore,
quasi mi domando
il senso della mia
esistenza.
Non è facile rispondere,
ed i miei quesiti
restano privi di risposta.
Non ho voglia di
pronunciarmi, perché
è la mia stessa vita
che si nasconde,
che non vuole apparire,
per non porsi domande,
per non risolvere problemi.
È sbagliata tale posizione,
la verità è molto più semplice,
vivere la vita semplicemente.

(D.Iacovelli)

 

PERSEVERANZA

Con il libro di latino in mano,
con quello di greco sul grembo,
cerchi sempre di non perdere tempo.
Impietosi i minuti scorrono inesorabili
Ma tu non perdi il tuo sorriso amabile,
continui imperterrita nello studio incessante
e non storni lo sguardo neppure un istante.
Ormai esausta con gli occhi socchiusi,
non hai più forza perché sei fusa.

(Il giocoso)

 

LA GUERRA CHE VERRA'

Bertolt Brecht poeta e drammaturgo tedesco, nel 1938 alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale scrisse questi versi:

La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente
ugualmente.

(Da B.Brecht La guerra che verrà,
in Poesie e canzoni, Einaudi)  

 

VEGLIA

Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

(di G.Ungaretti)

 
>> Pagina 1 2 >>
Torna all'Indice Area Creativa  
 

UniBox è un progetto Baskerville in collaborazione con la Dott.ssa P.Adamoli - Coordinatore: Alessandro Marsili.