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SPECIALE UNIBOX

LA PROCESSIONE DEI MISTERI
CAMPOBASSO - ARTE E CULTURA POPOLARE

 

Veder sfilare i carri dei Misteri, in una calda domenica di estate, tra le grida dei portantini,grondanti di sudore, tra la gioia o il terrore di un bambino impaurito dalla linguaccia malefica del “diavolone” è un'esperienza sempre affascinante. Il fiume umano, che ogni anno si riversa a Campobasso, è la testimonianza all'attaccamento ad una manifestazione che si ripete puntuale. Eppure non sfugge allo spettatore il mistero che si cela dietro questa iridescente processione.

 

Storia dei Misteri

Risalire alle origini della processione che, tradizionalmente si tiene in onore del Corpo di Cristo, non è facile. Certamente perché le sue prime manifestazioni non si riescono a delimitare nell'ambito del periodo storico, ma si perdono all'origine del sentimento religioso medioevale. La fede religiosa del medioevo conduce l'uomo ad un nuovo rapporto con i propri simili. La nascita delle confraternite, o corporazioni religiose, segna il passaggio ad una concezione diversa del religioso considerato come sfera unica di stabilità sociale. A Campobasso possiamo assistere, negli anni che vanno dal 1100 al 1400, alla nascita di una di queste associazioni conosciuta con il nome di flagellati o Crociati. Tale confraternita, che riunisce i campobassani e li accomuna nel sentimento religioso, diviene promotrice di varie processioni tra cui quella per la festività del Corpus Domini, sentita, nella città, come elemento fondante di tutto il credo dei Cristiani. Intorno al 1504 Andrea De Capua, divenuto feudatario in Campobasso, per solennizzare questo evento, concede ai suoi vassalli di costruire un nuovo tempio dedicato alla Trinità. Non molto tempo dopo assistiamo, in questa chiesa, alla fondazione di una nuova confraternita, che si chiamerà con il nome di Trinitari. La congrega dei Trinitari sorse, quasi sicuramente, con lo scopo diretto di contrastare i Crociati ed il predominio nella città. Infatti attirare alla propria chiesa i fedeli equivaleva ad avere un maggiore introito in messe, in offerte culturali, segno di prestigio e potere civile dell'epoca. Era quindi necessario offrire alla popolazione qualcosa che attirasse l'attenzione e la simpatia. Da questo ne seguì che le varie processioni che si dovevano tenere in ogni festività, divenissero motivo di contrasto e di lotta tra le confraternite. La processione del Corpus Domini, alla quale concorrevano in ogni modo tutti gli abitanti di Campobasso, aveva una grande solennità rituale. I trinitari, nuovi arrivati, cercavano di fare il possibile per renderla più festosa. Al corteo erano associate macchine originali, le faglie e i Misteri, da alcuni riuniti sotto il nome dei Misteri, che precedevano quasi sicuramente, il Santissimo. Queste due forme sceniche dovevano essere certamente preparate ed allestite con il concorso delle confraternite, in gara per il migliore e più suggestivo Mistero. Gli aspetti scenici venivano garantiti dalla plasticità dei quadri viventi, presentati e fedeli nella suggestione di miracoli od episodi misteriosi tratti dalla vita di Santi o del Cristo. L'impulso decisivo che contribuì alla diffusione e la alla affermazione stessa di questi Misteri ( quadri viventi ormai tradizionalmente presenti nelle processione più importanti) venne da queste lotte per il prestigio e per il potere messo in atto dalla confraternita dei Trinitari e dal tentativo dei Crociati di mantenere salda la propria unicità originale.

I Misteri

Le raffigurazioni si costruivano annualmente in occasione della festa del Corpus Domini, ma spesso continuavano a seguire anche altre processione delle confraternite. Attraverso l'illustrazione di scene di vita ispirate a Cristo o ai Santi questi quadri scenici contribuivano ad ammaestrare i fedeli all'insegnamento della Chiesa. Portati a braccio per le vie di Campobasso, questi Misteri non dovevano essere molto grandi, per potere entrare in ogni luogo della cittadina. Composti da un numero limitato di persone, molto probabilmente bambini, si costruivano su, piattaforme in legno su cui poggiavano i personaggi.

Il Di Zinno e la ideazione dei Misteri

Il Di Zinno nacque a Campobasso il 3 dicembre 1718, certamente fu presente più di una volta alla solenne processione dei Misteri. Avviato, per suo talento personale, al mestiere di scultore, fu mandato a Napoli a studiare la statuaria in legno. Successivamente tornò a Campobasso e qui continuò la sua professione. Fu autore di innumerevoli statue a soggetto prevalentemente religioso. Ricevuta dalle confraternite la commissione di trovare una nuova forma rappresentativa da sostituire agli antichi Misteri, lo scultore dovette mettere in opera tutto il suo estro creativo. Il problema consisteva nel trovare una forma che, pur sostituendo l'antica, ne rispettasse la tradizione di quadro vivente, a cui campobassani erano legati, ma nello stesso tempo eliminasse da questa l'inconveniente a cui si andava incontro durante la processione: eccessiva instabilità, che provocava episodi incresciosi. L'idea, al Di Zinno, forse venne dalla stessa osservazione degli apparati scenici della processione. Analizzando le faglie che, molto probabilmente continuavano a precedere la processione dei Misteri, trova nella costruzione spunti notevoli. Un grosso cero che svettava verso l'alto, spesso sormontato da angioletti dava notevole effetto scenico. Nella faglia erano presenti soggetti animati anche se poste a base della costruzione. Rendendo più solida l'armatura, in questo caso il cero, si sarebbe potuto creare un effetto verticale, aggiungendo, attraverso sapienti diramazioni, soggetti viventi di peso non rilevante, bambini, rappresentanti personaggi della scena. Alla base si sarebbero potuti collocare soggetti più pesanti, come gli adulti, che avrebbero contribuito a rendere più realistica la scena. In questo modo, nascondendo le strutture portanti della scena stessa, ora camuffandole con pesanti armi, ora con un cero, ora, più arditamente, con un altare o con un vulcano, il Di Zinno arrivò a creare strutture fisse in una lega in metallo fuso, capaci di ospitare persone viventi atteggiate a rappresentare scene di miracoli o di accadimenti straordinari della vita della chiesa cattolica. Rispettando la tradizione, che voleva rappresentazioni viventi, il Di Zinno diede più rigore e solennità alle stesse fissando le strutture metalliche che, grosso modo, impedivano il continuo barcollare dei soggetti. Le confraternite commissionarono allo scultore sei raffigurazioni per ciascuna, per un totale di 24 Misteri. Un gruppo per i Crociati, uno per i Trinitari, uno per i confrati di S. Antonio Abate ed un gruppo per S. Leonardo

 

 

 

 

 

 

 

Francesca Nicotera
   
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