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SPECIALE UNIBOX

CINEMA: “CHE PASSIONE!”
I CRISTI PROIBITI

 

L'idea è semplice. Partire da un grande film come " La Passione di Cristo” di Mel Gibson per rispolverare le più interessanti e discusse pellicole sul mistero della morte e resurrezione di Gesù che hanno contraddistinto la cinematografia mondiale degli ultimi anni.

Due sono le uscite dello speciale che la redazione Cinema di UniBox ha voluto dedicare al binomio cinema e fede. Cinema e fede ma soprattutto la fede nel cinema: quando la riflessione filosofica di grandi Maestri incontra la censura.
Opere volutamente provocatorie che hanno spesso riaperto dibattiti e discussioni sia nell'ambito dell'interpretazione dei testi evangelici che, su un piano più strettamente cinematografico riguardante il forte legame tra, l'impatto delle immagini in relazione ai diversi momenti socio/culturali in cui i film sono stati girati.
Dunque è proprio in questo contesto di riferimento che comprendiamo che il “povero” Mel non è che l'ultimo anello mancante di una lunga serie di autori che nel corso degli anni si sono misurati con il tema della fede.

Ma andiamo a ritroso nel tempo.

Il primo autore che se ne occupò fu il geniale Pier Paolo Pasolini che nel 1964 con il suo “Vangelo secondo Matteo” vinse la XXV mostra di Venezia. Un film magistralmente asciutto, lineare ma nello stesso tempo provocatorio e di rottura che propone una figura di un Cristo non più angelico ma umano. Un Cristo che si arrabbia, che si batte fino alla croce per i suoi principi universali di uguaglianza e di solidarietà. Un Cristo contro, contro tutto, contro tutti. Un Cristo, se vogliamo, “proletario”, uno del popolo. Un volto comune come comuni sono gli altri attori del film, quei “ragazzi di vita” volutamente presi dalla “strada” e messi di fronte alla macchina da presa.

A distanza di 40 anni ed, in concomitanza con l'uscita nelle sale dell'ultima opera di Mel Gibson, nella settimana pasquale, la pellicola dell'autore di Casarsa, verrà poi riproposta nelle sale italiane nella sua versione restaurata nell'ambito del Progetto “Cinema Forever” promosso da Mediaset.

Dal cinema al musical. Altro film importante. Da Pier Paolo Pasolini a Norman Jewison. Dal 1964 al 1973, anno in cui esce nelle sale una delle maggiori opere musicali internazionali: Jesus Christ Superstar.
Un opera controcorrente che narra una particolare messa in scena rock, da parte di un gruppo di Hippy post sessantottini di alcuni episodi della vita del Cristo tratti dal Vangelo.

Ultimo film presentato in ordine cronologico è “L'ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese del 1988 tratto dal romanzo “O teleutaios peirasmos” di Nikos Kazantzakis. Una figura di un Cristo interessante, dominato dal dubbio della ragione d'essere il vero figlio di Dio. Un Cristo spaventato, in preda di crisi caratterizzate da convulsioni al limite dell'attacco epilettico.
Un Cristo squarciato dalle tentazioni per un film che viaggia attraverso una rilettura al limite del proibito dei Vangeli apocrifi.
Ma non andiamo oltre. Nella prima uscita dello Speciale ci soffermeremo principalmente sia nell'opera di Pier Paolo Pasolini che, in una lettura disincantata di come, alcune importanti testate giornalistiche, hanno costruito l'evento dell'uscita di “The Passion”, l'ultima fatica cinematografica di Mel Gibson.

Nel prossimo numero poi ritorneremo indietro nel tempo e, oltre alla recensione dell'ormai celeberrimo “The Passion”, ci occuperemo anche delle altre due discusse pellicole americane, quella di Norman Jewison e quella di Martin Scorsese.

 

 

 

Samuele Baccifava
   
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