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LA NOTTE BIANCA
Cronaca di una notte Romana tra Arte ed imprevisti

 

Avete presente la celeberrima scena del film “Roma” di Federico Fellini in cui il regista rappresenta magistralmente un grandioso ingorgo notturno intorno al Colosseo?
Ebbene, quella stessa scena, con le dovute differenze date da un diverso contesto, sono state vissute anche l'altra sera (lo scorso 27 settembre) in occasione della prima edizione italiana de “La Notte Bianca”.
Una notte che brulicava di persone: una notte dal sapore letterario, oltre che cinematografico (Luchino Visconti ne trasse anche un film perfettamente interpretato da Marcello Mastroianni).
Le Notti Bianche”, una delle tante malinconiche ma gioiose notti descritte da Dostoevskij in uno dei suoi libri più riusciti.
Una notte in cui, tramite la magia dei filtri delle più svariate forme espressive, Roma potesse celebrare se stessa, la sua storia, esaltando cosi, ancor di più la sua ricchezza artistica.
Una Roma particolare che, tra gli otto percorsi concomitanti e, in un contesto di festa e di fermento culturale, ha messo in moto un circuito virtuoso in cui l'arte in genere (dalla pittura alle più sperimentali performance teatrali) si lega indissolubilmente alla sete di conoscenza.
Lo si percepiva passeggiando per le vie della Capitale; lo si percepiva dalle file lunghissime ma composte che erano davanti alle Scuderie del Quirinale per la mostra sulla Metafisica, tra la gente accampata ai lati del complesso del Vittoriano o tra l'allegria di qualche cinese che con la sua macchinina digitale si ostinava a fotografare di continuo la “fiumana” ininterrotta di persone in Via dei Fori Imperiali.
Per mancanza di tempo rispetto a ciò che si poteva vedere, con i miei compagni di viaggio, avevamo fatto un piccolo ma dettagliato programma da rispettare: prima la mostra sulla Metafisica (che consiglio a tutti e che rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2004), poi la mostra fotografica “La Roma di Fellini” presso il complesso del Vittoriano, una capatina in Via Margutta e Piazza di Spagna , un giretto a Cinecittà ed infine, per concludere la nottata, una gustosa Jazz Session all'alba presso la suggestiva cornice della terrazza panoramica del Pincio.
Purtroppo, dopo aver visto la stupenda mostra sulla Metafisica, non avevamo ancora fatto i conti col fattore “sorpresa”.
Ore 3.25, nel bel mezzo della nostra elettrica eccitazione culturale, mentre attendevamo la Metro per Piazza di Spagna , una voce fuori campo avvisa i viaggiatori che il servizio della Metropolitana verrà momentaneamente sospeso per mancanza di carburante. Ma quale carburante, se la Metro si alimenta con l'energia elettrica?? Non capiamo.
Passano quindici minuti, la Metro non parte, le luci si spengono sulla città: è il Black-out.
Roma “collassa” sotto il fioco ma imperterrito raggio luminoso dell'ultimo quarto di luna.
Cerchiamo di riorganizzarci, decidiamo di fare il percorso a piedi.
Usciamo dalla Metro ed improvvisamente le mie Clark Blu si impregnano d'acqua.
Piove a dirotto e, tra i tanti Pakistani che tentano di venderci l'ultimo ombrello rimasto a cinque Euro, cerchiamo velocemente un riparo. Il nostro programma sfuma lentamente.
Ci rifugiamo per un'ora e mezza davanti ad piccolo bar di fronte al Colosseo coperti dall'unico tendone parasole: freddo. Intanto i mezzi pubblici cercano di sopprimere la mancanza di servizi: gli autobus traboccano di persone e il trasbordo provoca spesso scene di panico assurde.
Alle sei, nella stazione Metropolitana del Colosseo ci imbattiamo con una Troupe della Rai: stanno ultimando un servizi televisivo. Un gruppo di capelloni pugliesi, in perfetto stile “figli dei fiori”, con le loro barbe lunghe, armati di fisarmonica e altri strumenti a percussione cercano di intrattenere il pubblico occasionale al ritmo della “Taranta”.
Alcune ragazze danzano, altre dormono per le scale e i cessi del Metro sono ormai fuori uso.
Niente paste calde stamattina, niente caffè, con un po' di latte freddo, al limite, aspettiamo solo la luce del giorno che è ormai vicina. Alla Stazione Termini si fa la fila anche per il bagno.
Il sonno comincia intanto a farsi sentire sul serio ma noi, lucciole nelle tenebre, cerchiamo di rimanere svegli, è la Notte Bianca questa e dobbiamo viverla fino in fondo! Una sciacquata alla faccia e siamo pronti per ripartire.
Un giretto al Testaccio: il cimitero acattolico Inglese, in cui riposano le salme di alcuni poeti Neo/Classici legati alla Capitale (J. Keats, Joseph Severn) è desolatamente vuoto.
Riprendiamo la strada, breve passeggiata a Portaportese e la mente ritorna al cinema, alla squallida Roma “borgatara”, rappresentata da Pier Paolo Pasolini in “Mamma Roma” in cui Ettore Garofolo, protagonista del film, per qualche soldo in più, va a rivendere al mercato dell'usato un vecchio disco della madre.
E un altro giorno è quasi terminato, le occhiaie sono ormai evidenti ma non rimane altro che ritornarcene nelle nostre case, con la gioia nel cuore d'aver vissuto intensamente, oltre l'aver condiviso insieme ad altri il sudore della fatica On The Road, il gusto della ricerca e dell'interdisciplinarietà dell'arte in un contesto di continua conoscenza.
E' con lo stesso gusto che, salvo imprevisti che possono pur sempre accadere, attendiamo con ansia la seconda edizione di questo importante evento.

www.lanottebianca.it

Samuele Baccifava
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