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23 Ottobre 2005 - Porto Sant'Elpidio
LA PAROLA COME COLTELLO
Uno sguardo sull’Africa, situazione economica, sociale e di relazione con il resto del mondo

 

Il 23 Ottobre 2005 si è svolto a Porto Sant’Elpidio presso la parrocchia del Sacro Cuore un incontro dal titolo: “Uno sguardo sull’Africa, situazione economica, sociale e di relazione con il resto del mondo”.
Ha condotto l’incontro Filomeno Lopes, originario della Nuova Guinea e corrispondente di quell’area per Radio Vaticano. Un ragazzo alto, dall’aspetto molto comune, un volto uguale a tanti altri ragazzi.
La sfida per ognuno di noi era in quel momento cercare di liberarsi delle idee preconcette per lasciare spazio a prospettive di pensiero “altre”, “diverse”.
Era l’intento di Filomeno quello di farci capire l’importanza dell’esperienza e della condivisione nella trasmissione della cultura, la quale non è solo un insieme di nozioni ma anche tradizione, gesti, ritualità e soprattutto contatto umano.
Come dire che la cultura di un popolo non passa per i libri ma prima ancora per le mani degli uomini e per i loro cuori.
Come dire che la parola di per sé è importante perché può essere detta con tante sfumature della voce cosicchè essa può ferire come un coltello, come il coltello che gli anziani donano ai giovani iniziati della famiglia.
“Palabre Africaine” si chiama la riunione degli anziani e degli iniziati quando c’è necessità di parlare di qualcosa.
Acquisire la competenza per parlare significa imparare a saper aspettare il proprio turno, formulare i propri interventi dopo aver ascoltato gli altri numerosi punti di vista che esistono intorno ad ogni argomento, e soprattutto fare in modo che al di là delle parole la propria voce sia abbastanza dolce e calma come potrebbe essere una carezza.
Come se parlare implicasse un contatto fisico, come se non potesse prescindere mai dal rispetto e dall’amore per l’altro.
Il ritmo della parola esprime le emozioni, quando nelle parole non c’è ritmo allora è come se viaggiassero su binari paralleli e ci può essere solo discussione.
La musica che non può mai mancare in un dibattito riporta l’equilibrio all’interno del gruppo, essa è l’accompagnamento, modula le emozioni che non sono mai scisse dalle parole anche se sempre si tenta di organizzarle secondo un principio logico.
La ricerca dell’equilibrio è alla base della comunicazione nella cultura africana, una cultura non alfabetizzata ma non per questo meno erudita se si parte dal presupposto che cultura è anche lo stile di vita di un popolo.
Per comprendere un punto di vista simile occorre una destrutturazione del pensiero occidentale basato sull’assunto che la cultura sia tale solo se è scritta e preveda dei supporti fisici che la custodiscano.
Non è facile entrare nell’ordine di idee, ma è uno sforzo senza il quale non può esserci una vera e profonda comunicazione con l’altro.

Simona Simoni
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