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FRANCO BATTIATO

Accademia Delle Belle Arti - Macerata - 27 Febbraio 2004

 

Dura vita per i cronisti d'assalto di UniBox. Venerdì 27 febbraio, giorno dell'inaugurazione del nuovo Anno, all'Accademia delle Belle Arti di Macerata lo attendevano in molti. Poi, eccolo giungere dalla stretta viuzza del nuovo Teatro Auditorium Josef Svoboda di Via Berardi . Con il suo vestito marrone, le sue alte scarpe da montagna rigorosamente slacciate in cui faceva confluire le brache dei suoi pantaloni, Franco Battiato camminava svelto. Era l'ospite atteso. A fine serata poi, dopo una mezz'oretta di foto e autografi gli chiesi una breve intervista. Conoscevo già il personaggio: uno che sfugge, che non amava parlar di sé, uno che non ama le cerimonie e la retorica dei paroloni però, ci provai ugualmente. Sapevo che era un'impresa dura ma, ci provai. Visibilmente stanco e con spirito molto telegrafico acconsentì di sottoporsi a qualche domandina. Eccone i risultati.

Dietro ogni artista c'è sempre un nomade in cammino ed in continua ricerca. Musica, filosofia, cinema e pittura. Ma di che cosa è alla ricerca Franco Battiato?

E' sempre una, non ce ne sono altre. Capire il perché di questo viaggio.

Contaminazioni musicali e culturali. Le sue canzoni hanno sempre gettato un ponte su mondi così diversi come quello mediorientale e quello occidentale. Qual è il senso di questa contaminazione?

Bè, è l'arricchimento, è la base. Tutte le volte che introduci l'eccezionalità di un'altra cultura diventi un altro uomo.

A distanza di molti anni, alcune sue canzoni sono tuttora attualissime (“Povera Patria” - “Bandiera Bianca” - “Magic Shop”). Certi testi, riletti con gli occhi del nostro tempo, sembrano quasi profetici degli anni che ne seguirono. Si può parlare di “Immortalità della musica”?

Bè, diciamo che in questo caso purtroppo abbasserei il tiro… Nel senso che una canzone come Povera Patria, poteva andar bene anche nell'antica Roma perché, i vizi dell'uomo non sono mai cambiati.

“Cercare l'alba dentro l'imbrunire”, oggi è ancora attuale interrogarsi sulla filosofia?

Sono fenomeni che non possono sparire.

Franco Battiato a Macerata per l'inaugurazione del nuovo Anno all'Accademia delle Belle Arti. Qual è il suo rapporto con la pittura? Da dove nasce?

E' nato come terapia, per me. Ecco, è stata una terapia di riabilitazione… Perché ero proprio completamente negato con il disegno e nella pittura anche. Quindi è stato un percorso per appropriarmi di una cosa che non possedevo.

“Perduto Amor” - il cinema, la Sicilia ed i luoghi d'infanzia. Ma com'è nata questa avventura, come è andata?

Tutto sommato, alla fine di questa storia sono veramente molto contento, tanto che ne sto facendo un altro (è in produzione un altro film di Franco Battiato sugli ultimi giorni di Beethoven)… Ma, il primo film mi è stato commissionato, non avevo in mente di farlo… E adesso che non me l'hanno commissionato, non vedo l'ora di farne un altro.

Com'è Battiato regista?

Bè, sinceramente sorprendente… Nel senso che so quello che voglio.

E quindi il progetto su Beethoven continua?

Assolutamente si.

 

 

 

 

Samuele Baccifava
   
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