Homepage
Chi siamo
Contatti
Mappa del sito
Forum
Cerca in
EVENTI
PERSONAGGI
INTERVISTE
CINEMA
AREA CREATIVA

ENRICO BRIGNANO

Teatro "La Perla" - Montegranaro - 13 Febbraio 2004

 

Abbiamo raggiunto Enrico Brignano al telefono il giorno dopo lo spettacolo “Non sia mai viene qualcuno” messo in scena al Teatro La Perla di Montegranaro. Con la solita ironia che lo contraddistingue, ci ha rilasciato questa interessante intervista.

Di Enrico Brignano si ricorda la spontaneità della battuta e la simpatica naturalezza nel raccontare ironicamente le piccole grandi storie di tutti i giorni. Nei suoi spettacoli (“Io per voi un libro aperto”- ad esempio) narra spesso le sue origini romane, la sua infanzia, le sue prime esperienze. Memoria e comicità. Qual è il legame?

Mah, è un connubio inscindibile: cioè, memoria e comicità vanno di pari passo. Innanzitutto perché un comico, che è la persona che fa più ridere, deve avere memoria… Perché un comico senza memoria non ha né un repertorio, né battute che può ricordare. Quindi ecco il primo legame con la memoria. E poi il comico, quando si rivolge a qualcuno, si rivolge ad un pubblico che ha comunque memoria… Perché il pubblico senza memoria non ricorda, non è nessuno. Tant'è vero che ci sono comici di varie generazioni… Perché, se qualcuno è abbastanza anziano, ride alle battute magari che gli ricordano la propria infanzia, quindi ci deve essere sicuramente un comico suo coetaneo o, per esempio, che ne so, i comici molto giovani – quelli cosiddetti alternativi – hanno necessità di un pubblico che ha quel tipo di memoria là. Quindi è un po' memoria come bagaglio culturale, come quantità di nozioni legate a chi si è stati. Il cosiddetto background - che io non uso, perché è brutto… “Background” detto così, dopo pranzo è una cosa veramente brutta -

Il Cabaret mette spesso insieme le due anime dell'arte: formazione ed improvvisazione. In quale modo convivono questi due elementi nei suoi spettacoli teatrali?

Guarda, io tendenzialmente dal Cabaret ho preso la parte più fresca, quella più interattiva… Però, poi, il Cabaret da solo così credo che sia sterile…Tant'è vero che il Cabaret nasce come forma alternativa, quasi come forma rivoluzionaria in qualsiasi contesto, però, poi senza invece il rigore del teatro, il Cabaret non li evita, non va oltre. Anche, che ne so, uno dei massimi esponenti del Cabaret italiano che è Beppe Grillo… Poi lui, comunque sia, è dichiaratamente una sorta di grillo parlante: cioè lui dice, narra, spiega, sciorina, sputa sentenze e veleni avendo grande ma, chiaramente legato alla cronaca, a quelli che sono gli avvenimenti di tutti i giorni insomma… Però ecco un suo spettacolo ha poi un tempo in cui finisce… Perché ad esempio se gli avvenimenti cambiano… Che ne so, adesso parlare della guerra nel Golfo, è già cosa vecchia, insomma, quindi ecco che nasce, ad esempio, la “Parmalat” … Fra due mesi il caso Parmalat l'avremo dimenticato e c'è necessità di qualcos'altro. Quello che invece io vado cercando è qualcosa che rimanga, che si possa parlare per almeno dieci - quindici anni di una cosa essendo sempre attuali. E quello non ce l'ha il Cabaret. Quindi credo che la giusta cosa sia una miscellanea delle due.

Enrico Brignano a teatro ma anche in Tv. Che cosa le ha lasciato l'esperienza della Fiction ad “Un medico in famiglia”?

Mah, sai… M'ha lasciato tanto quanto m'hanno lasciato le altre cose. Non è che “Un Medico in Famiglia” mi abbia dato personalmente più cose di quelle imparate… Che ne so, facendo “La Sai l'ultima”. E' che “Un Medico in Famiglia”, come tutti i seriali lunghi, piace al pubblico… Perché poi il pubblico s'affeziona. E' un po' come ci si affeziona alla macchina vecchia, s'affeziona al muretto sotto casa, s'affeziona alla mucca… Anche alla signora antipatica che abita al piano di sopra. La gente si affeziona e quindi, un format come quello, che non era nemmeno italiano (era spagnolo), la gente s'è affezionata, conosceva i personaggi e li vuole così, per sempre così… Perché poi il pubblico ha paura del tradimento. Quindi, dal momento che un attore cambia ruolo, la gente non la prende in modo simpatico. Dice: ma come, una cosa che funzionava, me l'avete levata! M'ha dato sicuramente un po' più di popolarità, ecco.

Nel 2000, dopo alcune apparizioni cinematografiche (“Miracolo Italiano” - “In barca a vela contromano” – “La bomba”) esordisce anche alla regia con “Si fa presto a dire amore”. Voglia di cinema o mera esigenza comunicativa?

Mah sai, “esigenza comunicativa” vuol dire anche cinema. Se la necessità del comunicare passa per il cinema, per la radio, per la televisione… Poteva pure passare attraverso un quotidiano, oppure un altoparlante vendendo la varechina. E' la stessa cosa. Se c'è la necessità di comunicare, passa attraverso tutto. Ed uno che fa l'attore ha necessità anche del cinema.

Nel 1990 si diploma al Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma diretto da un grande del teatro italiano: Gigi Proietti. Che cosa le ha insegnato Gigi?

Tutto. Tutto quello che concerne questo mestiere. Volontariamente o involontariamente…Cioè, anche senza la sua volontà di insegnante. Uno vede una persona come lui e, automaticamente, per la legge dei vasi comunicanti, passa.

“Non si sa mai viene qualcuno” - lo spettacolo di ieri sera – Uno spettacolo garbato che oscilla tra la realtà e l'inganno, tra la sostanza e l'apparenza delle cose e delle situazioni. Ma qual è l'idea che è alla base di questo spettacolo?

E' proprio questa, quella che hai detto. Quella che s'è vista. La volontà è quella di giocare un po' con le parole, con i termini, con i pensieri, con l'immaginazione. C'è un po' di tutto: realtà cruda, realtà sognata ed immaginazione pura. C'è anche una piccola dose di nonsense, che non guasta…

... Che in fondo è poi la Comicità...

Si, in definitiva è quello. Basta mettersi in sintonia.

Ultima battuta: progetti futuri?

[Molto ironico] Progetti futuri… Adesso voglio finire la casa (sto facendo casa), devo finire il bagno, mettere le maioliche… Eh… Quindi è un bel progetto!

 

 

 

 

 

Samuele Baccifava
   
Torna all'Indice Interviste    
 

UniBox è un progetto Baskerville in collaborazione con la Dott.ssa P.Adamoli - Coordinatore: Alessandro Marsili.