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STEFANO JESURUM

Teatro “ La Perla ” - Montegranaro - 22 Gennaio 2004

 

Stefano Jesurum è giornalista professionista dal 1976. Prima di ricoprire l'attuale ruolo di caporedattore di Sette , il magazine del Corriere della Sera, ha lavorato in testate importanti come Repubblica, Il Giorno e l' Europeo. Uomo di grande esperienza professionale, associa all'attività di giornalista anche quella di scrittore. Lunedì 23 febbraio incontrerà gli studenti di Scienze della Comunicazione, all'Università di Macerata; un'occasione per venire a contatto con il mondo del giornalismo, attraverso le parole e l'esperienza di chi contribuisce a formare e a migliorare quel mondo.

Come ha iniziato la sua carriera di giornalista?

Assolutamente per caso. Avevo 23 anni e l'idea era quella di tentare di intraprendere la carriera universitaria come storico. Alcuni amici mi chiesero di provare ad andare a Firenze qualche mese perché stavano fondando il primo tabloid locale d'Italia, si chiamava "il Nuovo di Firenze". Numeri zero, costruzione della redazione, primi numeri in edicola... Me ne andai poiché lo ritenevo una utopia (infatti chiuse dopo poco). Ma il "morbo" del giornalismo si era impadronito di me. Mi sembrava un mestiere intelligente, faticoso, utile, e divertente.

Quali sono state le tappe più importanti della sua carriera?

Lo stesso anno andai a fare una sostituzione estiva di 4 mesi alla cronaca cittadina del "Giorno": entusiasmante e massacrante... iniziavo a lavorare alle 10 di mattina e smettevo alle 3 di notte. Ebbi la fortuna che il caporedattore della Cronaca fosse chiamato da Scalfari per formare la redazione milanese della nascente "Repubblica". Mi portò con lui. Dalla fondazione, rimasi a "Repubblica" fino al 1981, cinque anni. I "ragazzi di bottega" come me venivano usati "in concorrenza" con i Bocca e i Pansa. Una grande scuola. Nell'81 fui chiamato dall'Europeo che mi volle inviato speciale... Altra esperienza grandiosa (come tutte, ovviamente, piena di chiari e scuri). Salvo un breve periodo a Oggi rimasi all'Europeo fino alla chiusura del giornale. Poi arrivai dove sono, al magazine Sette del Corriere della Sera: da cinque anni sono caporedattore all'ufficio centrale.

C'è qualcosa di cui avrebbe voluto occuparsi nel suo lavoro e non le è stato possibile?

No, ho fatto di tutto: cronista, inviato, reportage, interviste, commenti, dibattiti culturali... Confesso che non avrei mai pensato di "passare dall'altra parte", avevo in passato ricevuto offerte in questo senso ma le avevo rifiutate. Poi mi è capitato... Ha i suoi lati positivi.

Quali qualità dovrebbe avere un giornalista? Le ritrova nei giornalisti di oggi? Cosa ne pensa del caso Bbc?

Premetto che mi considero - senza spocchia ma con una certa nostalgia - uno degli ultimi "vecchi" del mestiere. Questo mi porta ad apprezzare moltissimo i giovani, però a rimpiangere un po' il giornalismo che si faceva fino a non molti anni fa. Le qualità, ieri e oggi, sono sempre le stesse, credo: curiosità, impegno, e soprattutto senso etico di ciò che si sta facendo. Ieri come oggi, qualcuno ha questi requisiti... altri no.

Secondo lei in cosa sta cambiando il giornalismo e il fare informazione con l'uso di internet e la nascita dei giornali on line?

Moltissimo, nel bene e nel male. Un'incredibile massa di informazioni a cui si accede più facilmente e rapidamente. Tuttavia una minore tensione nell'andare a cercare e a verificare le notizie, i personaggi, le storie.

Lei è anche uno scrittore. Quali motivazioni l'hanno spinta a scrivere romanzi?

Voglia? Necessità interiore? Narcisismo? Questo e altro ancora. Scrivere letteratura è un mestiere assai più complesso e faticoso del giornalismo. Da te stesso devi chiedere il massimo, sempre e comunque.

Quale libro considera fondamentale,da leggere? E quale, invece... Sconsiglierebbe?

Mi pare una domanda - come dire? - da un milione di dollari. Ognuno ha i propri libri di riferimento e ognuno di noi ha generi e titoli che trova inutili ma che invece sono di riferimento per altre nature, per altre storie, per altri caratteri. Potremo parlarne meglio a lezione, no?

Cosa consiglia agli studenti che vogliono intraprendere la professione di giornalista?

Oggi esistono soltanto le scuole, molte delle quali assai valide. Ai miei tempi (badate che non ho novant'anni, solo 52!) l'unica strada era... Farsi il mazzo. Cosa che è necessaria anche adesso, con modalità un po' differenti. Iniziare a lavorare comporta sempre i medesimi scogli, duri e che possono apparire insormontabili (ma non bisogna mollare). Ci vuole fortuna, testardaggine...

C'è qualcosa di diverso di cui vorrebbe occuparsi nell'ambito del suo lavoro?

Direi di no. Anche se dopo anni di desk la scrittura a tempo pieno torna nei miei sogni con una certa frequenza.

Sta per pubblicare un nuovo libro? Se si, ancora un romanzo?

Sto scrivendo un diario di viaggio. Il tema è Israele. Non è un romanzo ma neppure un saggio... Che fatica! Se vorrete vi racconterò qualcosa.

Quest'intervista verrà pubblicata sul nostro sito di UniBox, Cosa ne pensa del sito?

L'ho visto. E' fatto bene. Posso dire un pochino caotico? Ma d'altronde mi pare che la maggior parte dei siti abbiano questo limite.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carlo Scheggia
   
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