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ANNA MAZZAMAURO

Teatro romano Altilia – Sepino (CB)
9 Agosto 2004

 

Nell'attesa di poter rivolgere all'attrice Anna Mazzamauro qualche domanda, ci sediamo in un angolo del teatro quasi nel timore di disturbarla mentre prova lo spettacolo, ad un'ora dall'inizio. Con un sorriso aperto e cordiale accetta finalmente di parlare con noi, che iniziamo subito a porle qualche domanda, sul suo spettacolo “Nannarella”, celebrazione della vita dell'attrice Anna Magnani, e sulla sua carriera artistica.

Nannarella, rievocazione del mito Magnani: stesso nome, romane veraci, interpreti intense cos'altro accomuna Anna Mazzamauro e Anna Magnani?

Senti.... Ero io grande o lei? Eh allora possiamo dire che ci accomuna la grandezza, visto che l'hai detto tu, mi hai suggerito! Ti ringrazio per il grande... Però... Per meritarsi il grande in Italia, bisogna morire prima... Non contate su di me!

Il mito si compone di tanti aspetti , bisogna che passino molti anni prima che nasca, così come James Dean, così come Anna Magnani..

Si, James Dean è un mito, rimarrà un mito per sempre, eppure è vissuto molto poco, purtroppo per lui e anche per noi probabilmente... Quindi il mito, non è che si possa definire, è un'alchimia strana tra quello che vuoi far credere di essere, quello che sei veramente, quello che gli altri credono... Forse è questo il mito... Chissà... Ma è soprattutto quello che gli altri credono che tu sia.

Lotta del talento sull'apparenza..?

Lotta del talento sull'apparenza? A me vieni a fare queste domande? Per me il talento è e basta... L'apparenza non esiste.

Lei non teme il confronto con un mito?

No intanto perché io soprattutto non lo imito, io non imito nessuno, diciamo che sono due Anna totalmente separate, che medianicamente s'incontrano nel momento in cui è talmente grande la sofferenza che credo di far ricordare alla gente a proposito di questo personaggio, che mi coinvolge in maniera totale, è solo quello il momento in cui c'è questa sovrapposizione, ma è un fatto medianico..

Cosa rappresenta per Lei Anna Magnani come donna, come attrice...

E' un'attrice, è l'attrice per antonomasia, dove si confonde la vita privata con la vita pubblica. E' un po' il trovarsi di Pirandello... Dove per trovarsi autenticamente devi soffrire in maniera tremenda e chi più della Magnani credo abbia sofferto... Per trovarsi, per donarsi... E non è un caso che il personaggio di Pirandello si chiami Donata... Snche la Magnani è una donata al palcoscenico, donata al pubblico e negata alla vita privata.

E veniamo a Lei... Indimenticabile signorina Silvani sul grande schermo Lei però predilige da sempre il palcoscenico... Non ha un buon rapporto col cinema?

Non è che io non abbia un buon rapporto col cinema... E' il cinema che non ha un buon rapporto con me! Scherzo... Non voglio fare il discorso della classica volpe che non riesce ad arrivare all'uva, ma diciamo che ogni professione come la nostra possa diventare grande attraverso il grande esercizio... Io non ho avuto il grande esercizio del cinema, ho avuto soltanto la grande fortuna di regalare un personaggio molto popolare ma non mi ha esercitato a fare il cinema questo perché era grottesco... Diciamo che era una specie di cartone animato...

Tra tanti successi, qual è stato il suo più grande trionfo nella vita e nell'arte?

Nella vita la nascita di mia figlia. In palcoscenico sicuramente questo spettacolo di Nannarella che io ho affrontato già 20 anni fa con altri autori e con un'altra regia, quella di Aldo Trionfo. Diciamo che Nannarella, in 20 anni è maturata, e alla fine ha rotto la diga ed è dovuta uscire nuovamente perché mi appartiene talmente tanto. Molti hanno provato ad imitare: in me l'esigenza era di raccontare questo personaggio meraviglioso... Meraviglioso artisticamente.

 

 

 

 

 

 

 

Zaira Orsatti
Francesco Iocca

   
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