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EYES WIDE SHUT

DiStanley Kunrick

 

Eyes Wide Shut – Occhi spalancatamente chiusi e, accuratamente aperti per l'ultima opera (uscita postuma) del grande regista inglese Stanley Kubrick.
Ultimo memorabile viaggio nella notte in cui termina l'arcobaleno.
Un viaggio che è allo stesso tempo, anche un ritorno sui propri passi, sulla propria esistenza e condizione.
Un viaggio che ha in sé il gusto dell'introspezione in cui, l'irritante invadenza della dimensione onirica offusca la vista sulla realtà del protagonista rendendola sempre più incomprensibile e quindi, soggetta a re-interpretazione.
Dunque, occhi spalancatamente chiusi in questo viaggio di inquietante evasione nei meandri della mente e nell'equilibrio del gioco di coppia che l'istituzione del matrimonio crea.
Dimensione onirica e dimensione reale, due facce di una stessa medaglia, due fili che si intrecciano e mettono in crisi l'animo del Dott. William Harford (Tom Cruise),il quale, in seguito alle confessioni di desideri sessuali della moglie Alice (Nicole Kidman), si tuffa in una avventura erotica, minacciando la stabilità del suo matrimonio e rischiando di rimanere intrappolato in un misterioso assassinio.
Dopo una sfarzosa festa tra balli e persone importanti dell'alta società americana, infatti, il protagonista, al ritorno a casa viene sconvolto dalle rivelazioni della moglie la quale dichiara, apertamente, d'aver in passato pensato ad un possibile tradimento.
Per il Dott. Harford è l'inizio della fine: nel suo vagare notturno tra una visita e l'altra, inizia il suo peregrinare che lo condurrà, quasi di trafugo, ad una surreale e ritualizzante festa in maschera in cui i partecipanti, vestiti solo della loro pelle nuda ma rigorosamente mascherati sul volto, si accoppiano in un assurdo e asettico ambiente nobilmente borghese. Giochi di perversioni terribilmente pericolosi per lui.
Ma qualcosa non funziona: il Dottore viene smascherato. Fine del gioco.
Un gioco che rimarrà impresso nella mente del protagonista ancor più quando, rincasando al mattino dopo la notte insonne, si accorge che la moglie, in quella stessa notte, aveva fatto un sogno simile a ciò che a lui era accaduto nella vita reale.
Ma, come nessuna realtà è mai soltanto realtà, nessun sogno non è mai soltanto un sogno.
E come in un gioco di matrioske tra sogno e realtà, il protagonista vuole andare a fondo, darsi una spiegazione logica dei fatti accaduti.
Non rimane così che ripercorrere a ritroso gli ambienti e le situazioni vissute.
E' in questo ritorno che il protagonista si rende conto dell'impossibilità di distinguere il sogno dalla realtà.
Cadute tutte le maschere, compresa la sua rimasta simbolicamente sul guanciale accanto alla moglie, il Dott. Harford rimane intrappolato in un “doppio sogno”; vittima e carnefice di una realtà destinata ormai a modificare anche i suoi rapporti con la moglie.
E' in questa presa di coscienza che la consorte , nella scena finale, incitando il marito ad una rinnovata intimità sessuale nei suoi confronti, intravede l'unica via d'uscita e di fuga che possa risollevare la loro crisi coniugale.
Il film scritto meticolosamente in maniera lineare e filologica è aperto a molteplici interpretazioni grazie anche all'uso abbondante di simboli quali, ad esempio, la “maschera” e il “cerchio” richiamato nella perversa scena del rito sessuale.

 

La locandina del film

 

Tom Cruise in una scena del film

 

Nicole Kidman sul set

Samuele Baccifava
   
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