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FILM CONSIGLIATO

IDIOTI

Regia, sceneggiatura e fotografia: Lars Von Trier
con Jens Albinus, Bodil Jorgensen, Knud Romer Jorgensen. Danimarca 1998.

 

Si potrebbero gettar via fiumi d'inchiostro (nel nostro caso fiumi di bit) per parlare di come l'idiozia simboleggi, nel film, il mezzo che i personaggi usano per opporsi alla normalità/stupidità della società borghese ma l'analisi risulterebbe troppo riduttiva.
Scritto tra il 16 e il 19 maggio 1997, Idioti, ha richiesto sei settimane di riprese. Low budget, attori non professionisti e troupe ridotta al minimo, sono gli ingredienti per il Dogma # 2 firmato dallo stesso fondatore del movimento, Lars Von Trier. L'opera è l'unico esempio, in tutta la carriera dell'autore, aderente al manifesto da lui proclamato nel 1995. Idioti si presenta, visivamente, come un film sperimentale: tecnologia digitale, camera a mano, audio registrato in presa diretta, interpretazioni improvvisate, insomma lo stile già visto nel Dogma # 1 – Festen di Vinterberg . Tra i dubbi suscitati dalla sua espressività camaleontica emerge una certezza, un obiettivo che l'autore danese ha da sempre ostentato, quello di provocare, scioccare. Ciò che di coerente c'è in lui è proprio l'incoerenza, la diversità degli stili e delle tematiche affrontate di volta in volta attraverso i suoi film. Come ogni grande evento, l'uscita di Idioti è stata accompagnata o da entusiastiche recensioni o da stroncature nette. Si è rafforzata in questi anni, tra i critici, la scissione tra chi vede in Trier un genio assoluto e tra chi lo ritiene solo un ciarlatano. Personalmente ritengo questa disputa fuori luogo se non “fuori-cinema”, soprattutto perché in tal modo si oscura l'importanza che questo ed altri film dello stesso autore hanno avuto sul cinema contemporaneo. Il suo stile (o meglio la sua mancanza di stile) colpisce perché è uno mezzo di rottura, che va ad attaccare la banalità e le contraddizioni del cinema hollywoodiano che ormai da troppi anni, dominante a livello mondiale, sforna prodotti mediocri in serie.

Conclusioni: il film, come il suo autore non ammette mezzi termini, opere così o si amano o si odiano, comunque sia non lasciano indifferenti.

 

Pietro Barboni
   
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