New York. Montgomery "Monty" Brogan (Edward Norton) vive e ci fa vivere le 24 ore che lo separano da 7 anni di carcere, accusato di spaccio di droga.
A colpi di flashback, però, ci fa capire, o almeno intuire alcuni episodi del passato, ad esempio, l'arrivo della polizia in casa sua e il ritrovamento della droga, ma anche il suo primo incontro con Naturelle (Rosario Dawson), la donna che ama e che gli starà accanto, insieme agli amici Jacob (Philip Seymour Hoffman) e Francis (Berry Pepper) in quell'ultima sera di libertà.
Spike Lee ci fa vedere la disperazione di Monty, ma soprattutto i suoi dubbi, sulla "soffiata", su Naturelle, sulle scelte della sua vita...
In un monologo allo specchio Brogan colpisce duramente New York, la sua città e, in particolare le minoranze e tutte le diverse etnie che la compongono, salvo poi accorgersi che invece la ama, con tutte le sue contraddizioni e le difficoltà.
E sembra quasi che sia la città la protagonista di questo film, la New York post 11 settembre, con le ferite che le ha prodotto l'attentato alle Twin Towers, ferite che il regista non tenta di mascherare, anzi le accentua mostrandoci più volte ciò che è rimasto e le luci blu che hanno sostituito le Torri.
Tratto dal romanzo di David Beinoff, che si è occupato anche della sceneggiatura è un film duro, non lineare, che ci pone di fronte agli inevitabili cambiamenti che colpiscono le persone e tutto ciò che ci circonda.
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La locandina del film
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