"Pesce da lenza" Nemo, il piccolo pesce pagliaccio protagonista di questo cartone animato ha conquistato tutti, prima negli Usa e poi in Italia.
Sono due veri e propri viaggi di formazione quelli che affrontano sia il protagonista Nemo, rapito da un sub e buttato nell'acquario di un dentista di Sidney, sia di suo padre Marlin, che deve sconfiggere le sue paure e i fantasmi di un terribile passato per riuscire a ritrovare il suo unico e prezioso figlio.
Sulla propria rotta entrambi incontreranno pericoli imprevisti e preziosi amici: Marlin dividerà il viaggio con l'adorabile e smemorata pesciolina Dory, si troverà in una situazione da Shining (proprio quello di Kubrick) per colpa di un gruppo di squali che stanno tentando di diventare vegetariani ma soffrono di evidenti ricadute, dividerà un pezzo di viaggio con delle straordinarie tartarughe surfers; Nemo si specchierà nell'enigmatico e fraterno Branchia e farà di tutto per sfuggire alle grinfie di una pestifera bimbetta.
Il successo di questo film è merito, soprattutto, della casa di produzione Pixar che ha avuto il coraggio di portare sullo schermo una bella storia che sa accattivarsi i più piccoli con la coloratissima vitalità del mondo sottomarino e con gag divertenti, ma è capace di parlare anche al cuore degli adulti raccontando le difficoltà della paternità, le paure del cuore e il tema dell'handicap, rappresentato dalla pinna atrofica di Nemo. Anche sotto l'aspetto tecnico gli studi Pixar superano una frontiera dell'animazione tridimensionale: la rappresentazione dell'acqua che, con le sue rifrazioni, è da sempre uno degli elementi più difficili da riprodurre è perfetta, tanto nell'appannato e sabbioso fondale oceanico che nei giochi di luce dell'acquario.
Questi notevoli passi avanti tecnologici non sono mai fini a se stessi ma assolutamente funzionali a costruire una storia avvincente, a tratteggiare personaggi credibili nei loro tormenti e nelle loro personalità e a trascinare anche noi sul fondo del mare. Surfando sulla corrente.
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