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LA RECENSIONE DEL MESE

VELOCITA' MASSIMA

In occasione dell'imminente inizio della 60° edizione del Festival di Venezia, lo spazio “recensione del mese” è dedicato ad un film italiano, in concorso nell'edizione 2002.

 

Il film di Daniele Vicari , più che sulle auto, è imperniato sulla vita e, soprattutto sui problemi, di tre ragazzi: Stefano (Valerio Mastrandrea), Claudio (Cristiano Morroni) e Giovanna (Alessia Barela). Ognuno di loro sembra cercare una via d'uscita mostrando un attaccamento a qualcosa, Giovanna descrive più volte il suo sogno di cambiare vita, di andarsene da Ostia per lavorare nel settore turistico, ma si ha l'impressione che non ne sia convinta neanche lei; per i due ragazzi la passione principale sono le auto e Stefano mette in pratica questa passione aprendo un'officina e prende a lavorare con sé Claudio, un ragazzo taciturno, ma con molto talento. Tra i due nasce subito un forte affiatamento, che vacilla a causa del rapporto che sta nascendo tra Claudio e Giovanna, proprio in un momento di problemi finanziari per Stefano; inoltre Giovanna è la ex (o no?) di Fischio, leader dell'Obelisco, luogo dove si incontrano molti ragazzi per gareggiare e scommettere sulle corse clandestine e questo fa nascere ulteriori incomprensioni tra il gruppo. Per risolvere la crisi finanziaria i due ragazzi decidono di sistemare una vecchia Ford e partecipare ad una corsa, cosa che all'inizio li avvicina, ma che, in seguito, li fa allontanare del tutto.
I personaggi sono abbastanza complessi e realistici, ma l'idea che emerge dal film è che ognuno di loro agisce per ripicca; un ritratto a volte vero, ma forse un po' troppo duro, perché, tranne che in pochi momenti, non fanno altro che comportarsi con cattiveria e ferirsi a vicenda. Ci sono momenti, poi, in cui comunicano solo con parolacce e questo risulta un po' eccessivo. Il momento che più lascia perplessi è la corsa finale, la sensazione è di contrapposizione tra il voler sottolineare ancora il senso di realismo, che è alla base del film e l'impressione di finzione che deriva, ad esempio, dalle immagini della strada che si sovrappongono e dalle riprese al contrario. Un'altra cosa che sembra strana è che le corse si svolgono in una strada qualsiasi, non chiusa o controllata da nessuno e gli unici altri veicoli che incontrano, per tutto il film, sono due camion.
Vedendo il film è impossibile non pensare a “The Fast and The Furious”, anche se l'impronta è del tutto diversa; la pellicola italiana, infatti, scava nei caratteri dei protagonisti, ma non ha di certo la spettacolarità e la capacità di coinvolgere, grazie anche ad una bella ed azzeccata colonna sonora, del film di Cohen.

 

La locandina del film

 

Valerio Mastrandrea, Cristiano Morroni, Alessia Barela durante le riprese del film

 

 

Roberta Ferretti
Vissia Ulissi

   
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