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Bibliografia

1977
Gli apparati delle comunicazioni di massa
Guaraldi, Rimini

1979 
Sociologia della vita quotidiana
Milano

1981 
Tra informazione ed evasione: i programmi televisivi di intrattenimento
RAI VPT, Roma

1984
La ripresa diretta. Spettatori e testi nella contemporaneità televisiva
VQPT n.52, ERI, Roma

1985
Teorie delle comunicazioni di massa
Bompiani, Milano

1992 
Gli effetti sociali dei media
Bompiani, Milano




Materiali e documenti in rete

Le discrete influenze (Convegno su Mauro Wolf)

Le nuove tecnologie dell'informazione al servizio della politica

Università e comunicazione a Lugano
Mauro Wolf
(English)

Nato a Trento il 26 ottobre 1947. Si laureò nel 1970 presso la Facoltà di Scienze Sociali e Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università di Firenze discutendo una tesi in Sociologia delle comunicazioni.

Nel 1974 fu nominato Assistente Ordinario presso la cattedra di Sociologia della Facoltà di Magistero dell'Università di Urbino.

Giunse all'Università di Bolona nel marzo del 1975 quale Assistente Ordinario in soprannumero di Comunicazioni di massa, nel Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia. In tale Corso di Laurea dall'A.A. 1978-79 all'A.A. 1992-93 fu Docente di Tecnica del linguaggio radiotelevisivo, quale Professore Incaricato sino all'A.A. 1982-83 e quindi quale Professore Associato.

Direttore dell'Istituto di Discipline della Comunicazione nell'A.A. 1987-88, contribuì attivamente all'avvio e all'organizzazione didattica e scientifica del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione, che dal 1993-94 lo ebbe Docente di Sociologia della Comunicazione.

Rifondò il Corso di Giornalismo della Svizzera Italiana e ne fu Direttore.

Ebbe prestigiosi incarichi di docenza nei Corsi di Dottorato delle Università di Barcellona e di Grenoble. Fu chiamato quale relatore nei più importanti convegni di Sociologia, di Sociologia delle comunicazioni di massa e di semiotica, in ambito nazionale e internazionale.

Per la sua statura scientifica, per la sapienza, l'originalità e l'ampiezza dei suoi studi sulla comunicazione, il Prof. Mauro Wolf fu e resta un indiscusso punto di riferimento per la comunità scientifica.

I suoi volumi Sociologie della vita quotidiana (1979), Teorie della comunicazione di massa (1985), Gli effetti sociali dei media (1992) e le sue numerose ricerche sulla comunicazione televisiva vengono già considerati, per unanime riconoscimento, dei testi classici nella ricerca teorica e applicata sulle comunicazioni di massa.

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La scomparsa di Mauro Wolf, il 14 luglio 19996, è stata discreta e leggera come tutta la sua vita.

Mauro Wolf è stato un professore universitario e un autore di saggi - Gli apparati delle comunicazioni di Massa (Guaraldi, '77), Sociologia della vita quotidiana (Espresso, 79), Teorie delle comunicazioni di massa (Bompiani, '85), Gli effetti sociali dei media (Bompiani, '90), con tirature di 20 - 30 mila copie, che per essere saggi sono tirature decisamente anomale per l'Italia.

Nato in Trentino, Wolf era da molti anni pendolare settimanale tra Lugano e Bologna.
Dopo la laurea conseguita a Firenze e un breve periodo come assistente all'Università di Urbino, Wolf giunse a Bologna nel '75 dove ha continuato ad insegnare, fino alla sua morte, prima al DAMS (Teoria e Tecniche del linguaggio radio-televisivo) e poi al Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione (Sociologia della Comunicazione), che ha contribuito a fondare, occupandosi della sua organizzazione scientifica.
Collaborò inoltre con gli uffici di ricerca della RAI, prima con il Servizio Opinioni e poi, sin dalla sua istituzione, con la Verifica Qualitativa Programmi Trasmessi (VQPT), offrendo importanti contributi di studio e di indirizzo culturale.

Negli stessi anni iniziò la produzione dei suoi saggi sui media e la sua frequente partecipazione a convegni internazionali sulla sociologia della comunicazione.
Nel 1985 divenne collaboratore della rivista Problemi dell'Informazione (Il Mulino) dove pubblicò innumerevoli saggi sulla sociologia dei media (l'ultimo dei quali, dal titolo "Le discrete influenze" è uscito postumo nel numero del dicembre '96).
Nel 1994 fondò e assunse la direzione scientifica della Biblioteca di Scienze della Comunicazione del Centro Studi Baskerville, di Bologna, una collana di saggi sulla comunicazione che gli consentì di far conoscere in Italia autori a lui vicini e mai tradotti come J. Meyrowitz, P. Flichy, Dayan e Katz, ecc.).
Wolf ha inoltre partecipato alla nascita e all'avviamento dell'IFG, Istituto per la Formazione al Giornalismo di Bologna, mentre a Lugano aveva assunto la direzione scientifica dei corsi di aggiornamento professionale dei giornalisti della Svizzera Italiana.

Chi ha avuto il privilegio della sua amicizia sa con quanta passione affrontasse il lavoro di studio e di ricerca, l'attivita di professore universitario e le relazioni interpersonali.
Sapeva essere un amico cordiale e caloroso ma anche inflessibile. Sapeva dirti dove sbagliavi o se questo era meglio di quello, da buon maestro, comprensivo e complice, senza mai eccedere, senza mai essere pedante o saccente.
Questa è la ragione degli innumerevoli segnali di affetto di studenti e colleghi che abbiamo ricevuto per mesi all'indirizzo web che il centro studi Baskerville ha messo a disposizione dopo la sua morte.
Per la comunita' scientifica e per i tanti studenti che dai libri di Wolf hanno appreso come si studiano i media, era evidente la consapevolezza di essere stati privati di una delle menti più lucide e profonde della ricerca sulla comunicazione, un profesore di valore internazionale che non avrebbe mai ceduto alla tentazione di diventare piu' "facile" e "consumabile" per guadagnarsi la popolarità del pubblico dei media, il cui funzionamento conosceva come non pochi. Nelle interviste che spesso concedeva alla televisione (l'ultima delle quali a MEDIAMENTE, la trasmissione della RAI, in occasione del convegno Il futuro della comunicazione che Baskerville aveva organizzato a Roma nel gennaio '96) era rimasto fermo al suo modello di comportamento. Preciso e circostanziato nelle sue affermazioni, chiaro e denso di contenuti con quel suo tono monocorde che lo rendeva noioso a coloro che non ascoltavano le sue parole ma si limitavano a "guardare" (succedeva spesso anche nel corso delle sue lezioni, che non brillavano certo per l'aria frizzante che avevano quelle di molti altri docenti bolognesi).
Umberto Eco, suo amico e vicino di cattedra all'Istituto di Scienze della Comunicazione di Bologna, dove entrambi insegnavano, ricorda : "Da 25 anni ci incontriamo in corridoio e abbiamo lavorato insieme molto proficuamente. E' uno dei ricercatori più attenti nel campo delle comunicazioni e la massa delle sue ricerche e' una massa di cose preziose. Oggi, se rileggessimo i suoi studi capiremmo esattamente quali sono i problemi che la tv vive. Ha usato tecniche nuove, non ha fatto solo teoria, ma ha attivato gruppi di ascolto e di studio. Personalmente posso solo dire che ci legava una stretta amicizia. Entrambi eravamo sullo stesso angolo" (Mattina Bologna - L'Unità, 16/7/1996).
I ricordi degli amici sono tutti dello stesso tono. Tutti ricordano il dato umano della loro relazione con Wolf. Angelo Agostini, direttore della scuola di giornalismo di Bologna, dice: "Mauro è stata una persona bellissima, aveva uno stile, una attenzione, un amore particolari nel coltivare le amicizie. Una persona discreta, ma preparatissima, sempre dietro le quinte e mai sugli schermi. Metteva sopra ogni cosa i rapporti umani. Diceva di non sentire radici, lui trentino, diventato fiorentino, poi bolognese e svizzero. Le sue radici erano i rapporti umani, le amicizie" (Mattina Bologna - L'Unità, 16/7/96).
Ma quale è il contributo scientifico di Mauro Wolf?
Nora Rizza, docente dell'università di Bologna e amica, presentando il suo ultimo saggio "Le discrete influenze" su Problemi dell'informazione 4/96 scrive: "Sin dal titolo, che con incisività non priva di understatement condensa il giudizio analitico sul ruolo e la qualità degli effetti sociali dei media, il lettore riconoscerà in queste pagine i segni dello stile di pensiero e della tensione etica che distinguono l'approccio scientifico di Wolf.
Specialista dei media avverso al mediacentrismo e agli schematismi di ideologie, mode, slogan e idee correnti, sapiente e creativo nel far interagire l'analisi sul ruolo dei media con prospettive e discipline diverse, estraneo a ogni provincialismo intellettuale come alla facile effettistica dell'eclettismo, Wolf ci sollecita ancora una volta a liberarci delle 'idees recues' e a guardare oltre la superficie dei fenomeni per scoprire il fitto e progressivo intreccio di interdipendenze che nutre la complessita' della scena sociale".

Il dato scientifico del lavoro di Wolf che rimarrà per sempre è quindi la qualità indiscutibile del suo lavoro di ricerca, la sua capacita' di scandagliare gli oggetti di studio, di farne emergere la natura complessa, di guardare ai processi che si celano dietro i prodotti, la sapienza di far interagire nell'analisi dei media, metodi e approcci disciplinari diversi: dalla sociologia dell'interazione alla semiotica, dall'economia politica alla psicologia cognitiva.
Ma Wolf voleva anche porre limiti precisi al ruolo di protagonismo che viene assegnato ai media nell'analisi sulla società contemporanea.
Come ricorda Nora Rizza: "Egli ha infatti sempre sottolineato che non di soli media vive la scena sociale e che pensarli come star assolute può essere comodo ma inadeguato."

"Mauro Wolf è stata una delle persone più oneste e sincere che ho conosciuto. Ha affrontato il rischio dell'emarginazione universitaria per portare avanti le sue idee, rifiutandosi di assecondare le corti e i potenti che decidono i destini dell'accademia per occuparsi solo della qualita' della sua ricerca.
Il centro studi Baskerville ha indubbiamente perso il più importante dei suoi collaboratori."


Maurizio Marinelli
Presidente Baskerville
Bologna, 16 luglio 1996

(English)


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